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Giardini zoologici: moderni o antichi?

Probabilmente vi verrà naturale pensare che i giardini zoologici siano stati creati di recente, che siano un’invenzione dell’uomo moderno. In realtà essi nascono e derivano sin dai primi tentativi dell’uomo di mantenere in strutture gestite dall’uomo animali selvatici (ciò accadde a partire dal 10.000 a.C.). Negli ultimi 5.000 anni la pratica di custodire animali è stata utilizzata in moltissime culture differenti: cinese, romana, greca, sumera, assira, babilonese, persiana, araba, egizia.
 
Gli antichi parchi zoologici erano in realtà delle collezioni private chiamate “menageries”, di solito di proprietà di nobili e classi benestanti. Lo scopo di queste collezioni era mostrare il proprio poteree la propria ricchezza. Varie tipologie di servitori si occupavano della cura quotidiana degli animali; oggi questa mansione è una professione, quella di custode o keeper. Ma coinvolti nella gestione di queste tenute, in particolare per i  combattimenti con animali, si trovavano anche veterinari ed addestratori.
 
In queste collezioni, in base al continente e alla regione, si potevano trovare scimmie, antilopi, cammelli, elefanti, pesci, falchi, ibis, pellicani, leoni, leopardi, iene, gazzelle, cavalli, orsi, cani, babbuini, giraffe, alligatori, tartarughe, cammelli, rinoceronti, panda, tigri etc.
 
Ogni civiltà aveva una sua tradizione, sceglieva un certo design dei giardini in cui gli animali erano ospitati e prediligeva alcune specie. Anche gli impieghi erano diversi: cerimonie religiose, intrattenimento, caccia o come fonte di cibo. Gli scambi e i regali tra civiltà e re o imperatori avvenivano spesso ed erano ritenuti di grande valore. Medioevo e Rinascimento non fanno eccezione, con Papi, grandi famiglie e monasteri che mantenevano animali. Le conquiste, le guerre e il susseguirsi di imperi non hanno distrutto queste collezioni, bensì ogni conquistatore se ne impossessava, permettendo che arrivassero fino a noi attraverso la storia.
 
 

La trasformazione

Con il sorgere delle ordinate città moderne, gli abitanti iniziarono a percepire il distacco dalla natura e sentirono il bisogno di ricreare un’ambientazione naturale. Così, in diverse parti del mondo, le antiche menageries ereditate dalla storia furono trasformate in veri e propri giardini zoologici, mentre altri nacquero in modo indipendente. Gli zoo e i parchi sono però diventati popolari nel XVIII secolo e la trasformazione nelle istituzioni che conosciamo oggi è avvenuta nel periodo tra il XVIII e il XIX secolo. Il primo zoo fu fondato a Vienna a partire dalla menagerie imperiale e aperto al pubblico nel 1765.
 
 
In un primo momento uomo e natura vennero mantenuti separati, per esempio custodendo gli animali in gabbie di cemento con sbarre di ferro. Ma quello che viene oggi considerato il padre del moderno parco zoologico, Carl Hagenbeck (1844 – 1913), nel 1907 introdusse per primo barriere invisibili tra i visitatori e gli animali, presentando gli esemplari in una natura ‘simulata’.
 
La successiva concezione americana di immersione nella natura insieme ad una nuova idea di istruzione dei visitatori e all’interesse pubblico per l’ecologia degli anni ’70, contribuì alla determinazione del ruolo degli zoo nella conservazione ed alla loro trasformazione nelle istituzioni moderne.
 

I moderni parchi zoologici quindi non sono altro che il prodotto di questo lungo processo di evoluzione.

 

Ma cosa sono e cosa fanno oggi i giardini zoologici?

Nei decenni gli ambienti ricreati in ambiente controllato sono divenuti man mano sempre più simili a quelli naturali, fino ad arrivare ai giardini zoologici moderni. Il pubblico oggi ha un’esperienza più intimacon gli animali e una nuova prospettivadella natura. Nei parchi il benessere degli animali è considerato di primaria importanza: attente pratiche veterinarie e gestionali, ambienti simili all’habitat naturale, training, arricchimenti, ma anche diete varie ed individuali.
 
 
I moderni parchi zoologici si dedicano alla ricerca, alla conservazione delle specie e all’educazione dei visitatori. Corsi, visite guidate ed incontri con lo staff aiutano a trasmettere al pubblico informazioni riguardanti l’habitat naturale delle specie, la loro evoluzione, la relazione con l’uomo. Uno degli scopi dei moderni parchi è proprio quello di sensibilizzare i visitatori, per fare in modo che siano informati, rivolgano la loro attenzione e sostengano economicamente i progetti di conservazione.
 

Il valore nella conservazione

 
La gestione di popolazioni in strutture gestite dall’uomo (ex-situ) oggi ha un grande valore. Sempre più specie si trovano a dover contare sul pool genetico conservato in ambiente controllato per garantire la propria sopravvivenza. Questo aspetto risulta avere una maggiore importanza alla luce del fatto che le principali minacce (perdita di habitat, presenza di specie invasive e/o sfruttamento eccessivo) possono aumentare il rischio di declino ed estinzione, sia a livello di popolazione che di specie.
 
I moderni parchi zoologici sostengono la conservazione ex-situ partecipando per esempio a progetti per mantenere la variabilità genetica e la composizione demografica delle specie a rischio di estinzione. Ma il successo dei programmi di allevamento in strutture gestite dall’uomo dipende anche dalla gestione dei singoli individui ospitati nei parchi. Come risultato, nei moderni zoo la conservazione e la cura verso gli animali sono fortemente integrate.
 
 
Non bisogna dimenticare però che il ruolo degli zoo nella conservazione delle specie è solo di sostegno alle azioni per la protezione delle specie minacciate nel loro habitat naturale. I giardini zoologici infatti sostengono, promuovono e finanziano anche progetti di conservazione delle specie minacciate nei loro luoghi di origine (in-situ).
 

L’evoluzione è sempre in corso

L’evoluzione dei parchi zoologici è ancora oggi in corso; la loro gestione sta divenendo sempre più cooperativae globale, anche attraverso lo scambio di informazioni, conoscenze e dati tra zoo di tutto il mondo. Tale collaborazione sta contribuendo al miglioramentodelle condizioni di vita degli animali, come confermato anche dall’età che molti di loro riescono a raggiungere nelle strutture gestite dall’uomo.
 
Apposite associazioni (EAZA, AZA, WAZA, UIZA) sono nate per permettere a parchi zoologici e acquari di coordinarsi. Inoltre esse si assicurano che il mantenimento e la gestione degli animali sia ottimale per la loro sopravvivenza, pubblicando delle linee guida e regole gestionali aggiornate alle ultime conoscenze scientifiche. Scopo di tali associazioni è anche quello di promuovere la ricerca, l’educazione e la conservazione, sia in-situ che ex-situ. Esse raccolgono fondi e sostengono programmi di ricerca all’interno dei parchi e in natura per la protezione delle specie minacciate e dei loro habitat naturali.
 
Il contributo dei giardini zoologici alla ricerca, alla conservazione e anche all’educazione del pubblico acquisisce maggiore importanza alla luce del fatto che, in tutto il mondo, ogni anno sono più di 600 milioni i visitatori dei parchi zoologici. Queste organizzazioni hanno quindi un enorme potenziale.
 
Per conoscere altre caratteristiche dei moderni giardini zoologici leggi il nostro articolo qui.
 
 
Riferimenti

Braverman, I. (2011) Looking at zoos, Cultural Studies, 25(6), 809-842. 

Braverman, I. (2012). Zooland: The Institution of Captivity. Stanford University Press, Stanford.


Kisling, V. N. (Ed.). (2000). Zoo and aquarium history: Ancient animal collections to zoological gardens. CRC press, USA.


Skibins, J. C., Powell, R. B., & Hallo, J. C. (2013). Charisma and conservation: charismatic megafauna’s influence on safari and zoo tourists’ pro-conservation behaviors. Biodiversity and conservation, 22(4), 959-982.

Tetley, C. L., & O’Hara, S. J. (2012). Ratings of animal personality as a tool for improving the breeding, management and welfare of zoo mammals. Animal Welfare-The UFAW Journal, 21(4), 463.



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